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sabato 8 ottobre 2011

Lettera della Pro Loco Monte di Malo

Monte di Malo, lì 21 Settembre 2011


Oggetto:  PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA DISCARICA NEI COMUNI DI MONTE DI MALO E SAN VITO DI LEGUZZANO IN LOCALITA’ VANZI.
                  Motivazioni ed osservazioni contrarie al progetto.

Il Consiglio Direttivo della Pro Loco di Monte di Malo, riunitosi in data odierna:

·        preso atto di quanto riportato da organi di stampa e televisivi in merito ad un progetto di creazione di una discarica per materiali inerti di varia natura, nel territorio compreso tra le contrade Scarsi e Vanzi a Monte di Malo;
·        considerato quanto emerso nelle diverse assemblee che si sono svolte in paese, per la presentazione del progetto e per una valutazione delle ricadute a breve e lungo termine sul contesto ambientale di riferimento;
esprime le seguenti osservazioni:

1.    l’idea che la ricomposizione ambientale di un’area sfruttata per decenni e successivamente lasciata in totale abbandono possa avvenire unicamente attraverso la creazione di una discarica di inerti,  a cielo aperto, contrasta fortemente con il nostro impegno di salvaguardia ambientale, pulizia del territorio e valorizzazione delle ricchezze naturali e storiche (giova ricordare che ben due aree non lontane, nello stesso nostro Comune, sono classificate “di interesse europeo”: il Buso della Rana e l’area della  Poscola);
2.    lo stato di iniziale degrado ed abbandono, al termine della coltivazione della cava, si è protratto per decenni, tuttavia ha permesso alla Natura di operare sul sito rimarginando le lacerazioni più evidenti: i fianchi delle pareti superficiali di scavo si sono addolciti e ripopolati di flora e fauna autoctone, la profonda cavità ha raccolto le acque, non di rado copiose, provenienti da varie sorgenti che a diversi livelli sgorgano dai bordi soprastanti e si è trasformata in un ameno laghetto, popolato, nel corso degli anni, da fauna ittica e uccelli acquatici e palustri;
3.    l’invaso artificiale che si è prodotto avrebbe necessità di interventi di monitoraggio, controllo e messa in sicurezza anche in una logica di sistemazione e ripristino rispettosa dell’ambiente: non si capisce come possa essere garantita adeguata salvaguardia di persone e luoghi se l’intera area, in base a calcoli riferiti al progetto, sarà gravata da circa 350.000 tonnellate di materiale;
4.    abbiamo assistito per decenni ad un infinito contenzioso tra le Amministrazioni Comunali di Monte di Malo , San Vito di Leguzzano e le ditte escavatrici, a motivo della assoluta inadeguatezza delle vie di accesso alla cava (o miniera che dir si voglia): allo stato attuale delle cose la situazione è a dir poco peggiorata. Il centro di San Vito risulta poco transitabile per i mezzi pesanti, il tratto Malo-Priabona è ben conosciuto per i quotidiani intasamenti derivanti da strette curve a gomito che non permettono il regolare fluire del traffico, la strada provinciale da Priabona a San Vito necessita fin da ora di vari interventi di consolidamento dovuto a frane, cedimenti o erosione delle scarpate;
5.    la Val Grande, sul bordo della quale il sito verrebbe a trovarsi, è caratterizzata da ampi e ricorrenti movimenti franosi che pongono seri dubbi sulla stabilità dell’impianto, soprattutto se gravato da possibili infiltrazioni in una zona in cui sono presenti varie sorgenti a cielo aperto non captate;
6.    vogliamo pensare che i controlli sui materiali conferiti saranno rigorosi, continui ed efficaci; sono tuttavia enormi le perplessità relative alla possibilità di depositare un 10 % di rifiuti potenzialmente pericolosi, dannosi, inquinanti e nocivi;
7.    rimane infine un grave dubbio relativo alla possibilità che il percolato, già dal progetto previsto consistente, possa costituire un serio pericolo per l’intera area di ricarico delle falde idriche, i cui confini distano poche centinaia di metri, ma  ad una quota nettamente inferiore.

Ci sembra, per concludere, che il buon senso ed una analisi disinteressata di costi e benefici porti alla conclusione di evitare, per quanto possibile, di creare le premesse per un eventuale disastro ambientale di proporzioni gigantesche, con effetti che potrebbero essere devastanti per l’intera area centrale del Veneto, la quale, ricordiamo, preleva l’acqua di uso quotidiano, da risorgive non lontane.

                         
                                                           IL PRESIDENTE DELLA PRO LOCO

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