Visualizzazioni totali

sabato 14 gennaio 2012

Ermergenza Rifiuti = Emergenza Tumori !

Estratto da un recente articolo: "Campania, dall'emergenza rifiuti all'emergenza tumori"
di Francesco Bertolucci

Aumento del 20 per cento delle patologie oncologiche dovute all'inquinamento, aspettativa di vita di due anni inferiore al resto d'Italia, tumori alla mammella registrati anche sotto i 20 anni: questa è Napoli e la Campania. Spenti i riflettori sull'emergenza rifiuti – eccezion fatta per le news sullo smaltimento che avverrà in Olanda – dei problemi napoletani si è smesso di parlare. E soprattutto, di cosa abbia comportato l'emergenza rifiuti e il conseguente inquinamento nella popolazione, si è detto poco.

Per capire il danno che l'inquinamento ha causato ai cittadini campani, abbiamo chiesto lumi al professor Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell'Ospedale Pascale di Napoli. “Soltanto negli ultimi anni le patologie oncologiche dovute con ogni probabilità agli sversamenti tossici sono aumentate del 20 per cento – spiega il professore – i cancri alla mammella nelle donne sono il doppio rispetto al resto d'Italia come sono aumentati in modo esponenziale i carcinomi al testicolo negli uomini campani che detengono ora il triste primato di avere il minor numero di spermatozoi di tutti i maschi del Belpaese. Le donne campane non hanno alcun vantaggio nel fare lo screening alla mammella sopra i 40 anni visto che più di una donna su 7 ha il cancro prima dei 40 anni e spesso addirittura sotto i 20 anni. A questo proposito trovo vergognoso che oncologi come Umberto Veronesi inneggino alle grandi capacità della medicina e non piangano sul fatto di dover registrare questi dati a causa dell'inquinamento”.

I dati non finiscono qui visto che le percentuali di tumori infantili sono il doppio rispetto ad esempio alle medie degli Stati Uniti mentre di quelli al polmone, così come dei tumori alla vescica, la città ne detiene il triste primato italiano insieme al Piemonte. “Studi eseguiti e conclusi nel giugno del 2011 dal professore Antonio Giordano della Sbarro Healt Research Organization di Philadelfia – osserva Marfella – hanno sottolineato come l'aumento di tumori nel napoletano sia correlato ai rifiuti tossici. Il ricercatore del Cnr di Pisa Alfredo Mazza lo aveva già detto nel 2004 e nell'ottobre dello scorso anno il dottor Fusco dell'Istituto Superiore di Sanità ha confermato la correlazione tra le discariche illegali e l'aumento di tumori. Questi studi sono conferme. Già 3 anni fa i rapporti dell'Istituto Superiore di Sanità confermavano un aumento sino all’83 per cento delle malformazioni neonatali ad apparato urogenitale e sistema nervoso nei cittadini campani residenti in prossimità di discariche sia autorizzate che abusive. È un dato conclamato che l'aspettativa di vita dei cittadini campani sia di due anni inferiore a quella di ogni altro cittadino italiano. Aspettativa che raggiunge anche i 4 anni in meno in alcune zone della regione. E tutto a causa dell'inquinamento e non per singole abitudini visto che stile di vita e consumi dei napoletani sono simili a quelli degli altri abitanti della penisola”.
Eppure non sempre è stato così. “Fino a venti anni fa la Campania era in linea con le Marche, regione che oggi detiene il primato di longevità – sottolinea il professore – poi i terreni della Campania sono diventati una discarica industriale dove i grandi evasori industriali del nord insieme alla camorra hanno cominciato a sversare i loro rifiuti tossici. Questi rifiuti sono il vero problema dato che i cittadini campani, dati alla mano, producono 400 chili di immondizia pro capite, ovvero 70 chili meno della media nazionale. Già anni fa dicevamo che c'era un problema ma nessuno ci ascoltava e non potevamo affidarci ai dati dato che non avevamo un registro dei tumori regionale né laboratori per misurare la diossina o analizzare il patrimonio zootecnico come la mozzarella”.

Nessun commento:

Posta un commento